martedì 17 gennaio 2012

La première règle


La prima regola di un attivista è quello di non farsi arrestare.
Tranne rare eccezioni in cui tale azione viene rivendicata a fini politici, a vantaggio del movimento.
Farsi arrestare significa consegnare in ostaggio il proprio corpo, la propria intelligenza e la propria libertà alle persone più stupide e ottuse che hanno mai calpestato questa verde terra: i poliziotti.
Mai farsi arrestare. Tranne rarissime eccezioni.
Oggi sicuramente non era uno di quei momenti.
Per tutto il paese vari collettivi si sono organizzati per preparare questa giornata.
A Parigi le cose si sono fatte all'ultimo momento. A organizzare le cose, gruppetti che se mai hanno un momento di gloria è stato troppo tempo fa.
Al ritrovo, ore 14 davanti alla stazione di Saint Lazare, i soliti personaggi della galassia militante parigina. E neppure tutti. Quasi sembrava che ci fossero più giornalisti che attivisti. Gente stanca, abituata a lottare da così tanto tempo che ormai hanno dimenticato come si fa a vincere.
A loro serve essere arrestati per avere conferma che esistono ancora. 4 ore in più nel garage del commissariato, in attesa dell'identificazione di rito, rappresentano ormai l'ultima maniera per molti di loro per dire “noi continuiamo a resistere”. Ma sono pericolosi quanto la lezione di un noioso prof di filosofia troppo stanco per inventarsi qualcosa capace di attirare l'attenzione degli studenti.
Partiamo verso il pole emploi.
Andate ragazzi, andate e fatevi valere, forti del vostro numero.
Una ventina scarsi.
Io preferisco prendermi un caffè, in compagnia di due cari amici.
Che tra l'altro mi hanno fatto venire certe idee …
* * *
* * *

Première règle d’un activiste : jamais être arrêté.
Sauf particuliers exceptions où tel action est revendiquée en raison politique, pour favoriser le mouvement.
Être arrêté signifie livrer en otage propre corps, propre intelligence et propre liberté à les personnes plus stupides et obtus qui jamais ont marchés sur cette verte planète : les flics.
Jamais être arrête. Sauf particuliers exceptions.
Aujourd’hui sûrement n’était pas une des quels moments.
Par tout le pays, différents collectifs se sont organisés pour préparer cette journée.
A Paris les choses sont été fait au dernier minute. À les organiser, petits groupuscules qui se fait long temps depuis leur dernier moment de gloire : si jamais ils l’ont eu.
Au rendez-vous, 14h devant la gare de Saint Lazare, les ordinaires personnages de la galaxie militante parisienne. Et tout-e-s non plus. Il semblait presque que les journalistes sont été majoritaires. Gentes fatigués, qui lutte depuis long temps qu’a oublié comment on se gagne.
C’est nécessaire pour leur d’être arrête, à la fin seulement pour avoir la confirmation qui leur sont encore là. 4 heures en plus dans le garage du comico, attendant le rituel de l’identification, sont pour leur le dernier moyen pour dire « nous continuons à résister ». Mais ils sont dangereux dans la même manière qui peut être dangereux un professeur de philosophie trop fatigué pour inventer quelque chose capable de capter l’attention des étudiants.
Partons vers le pôle emploi.
Allez enfants, allez et gagner, en force de votre nombre.
Presque une vingtaine.
Je préfère aller à boire un café avec des chers amis.
Qu’ils m’ont fait monter certaines idées…



mercoledì 11 gennaio 2012

Prochain arrêt


Scusate il ritardo.

Come promesso, una giornata di antifascismo militante.
Anche se le premesse non erano delle migliori.
Meno di un centinaio all'inizio, davanti al municipio di Saint Denis. Pochino per essere la barriera umana che fermerà l'avanzata fascista …
Ma si parte per un tour per le vie della piccola cittadina della banlieue parigina. A poco a poco il corteo s'ingrossa.
Al ritrovo ufficiale, all'una a Porte de Paris, si uniscono altri gruppi. Sindacati, partiti, associazioni, singoli … la manifestazione è già più nutrita. Duecento, forse più.
Partiamo. Il percorso è un po' lungo.
Ogni tanto compare lo striscione ufficiale, giallo con la scritta nera, appeso da qualche parte.
50 avenue Wilson.
Ci siamo.
La polizia è chiusa dietro il cancello.
Veloci scaramucce. Ma niente di che.
Ragazzi con cappuccio alzato, viso coperto, animano la giornata.
L'ingresso è nostro.
Per una buona ora impediamo ai simpatizzanti del Front National di entrare. Quei pochi che si avvicinano.
Sono per lo più persone già un po' attempate. Pre-pensionati del ceto medio con mogli al seguito. Signore per bene. Prima li si convince con le buone. “Da qui non si può entrare”.
Se insistono arrivano gli insulti, gli spintoni. Gli sputi.
15.30.
L'ora ufficiale di inizio dell'incontro del Front National.
La polizia esce dai cancelli. Si schiera.
Sono tanti. Sono grossi.
Rientriamo in città.
Ci hanno lasciato fare per un po'. Hanno permesso ai vivaci abitanti di Saint-Denis di sfogarsi, lasciandoci anche entrare in contatto fisico con i fasci. Ma quando è stata l'ora non hanno lasciato intendere mediazioni.
E noi, in fin dei conti non eravamo pochi. Ma siamo ancora troppo pochi.


* * * photos ici * * *
 
Comme promis, une journée d’antifascisme militant.
Bien sûr au début rien ne semblait bien.
Moins d’une centaine de personnes au début, devant la mairie de Saint Denis. Très peu pour être la ligne d’avant garde contre la montée du fascisme...
Mais on part pour un tour par les rues de la petite ville de banlieue parisienne. Peu à peu le cortège va s’agrandir.
Au rendez-vous officiel, 13h porte de Paris, d’autres groupes arrivent. Syndicats, partis, associations et individualités... la manif commence à être quelque chose de consistant. Deux-cents, peut-être plus.
On part. Le parcours est un peu long.
De temps en temps, on aperçoit la banderole officielle, jaune avec l’écrite noire.
50 avenue Wilson.
Nous y sommes.
La police est serrée derrière la grille.
Vite escarmouche. Mais rien de grave.
Des mecs avec le capuchon levé, le visage couvert, ils animent la journée.
Par bonheur il n’est pas possible pour les frontistes d’entrer. Pour le peu qui arrivent.
Ils sont pour la plupart des personne déjà un peu âgés. La classe moyenne proche de la retraite avec les femmes. Mesdames respectables. On comme avec la bonne éducation pour les convaincre de partir. « Par ici on ne peut pas entrer ».
Quand ils insistent, on va jusqu’aux insultes, bourrades. Crachats.
15.30.
L’heure du début officiel du rendez-vous du Front National.
La police sort des grilles. Elle se forme.
Ils sont beaucoup. Ils sont gros.
Nous rentrons vers la ville.
Ils nous ont un peu laisser faire. Ils ont permis aux animés citoyens de Saint-Denis de se défouler, ils nous ont permis d’entrer physiquement en contact avec les fachos. Mais quand se fut l’heure, ils n'ont plus rien permis .
Et nous, à la fin, n’étions pas peu nombreux. Mais nous sommes encore trop peu.



venerdì 6 gennaio 2012

Railway to racism

Di un po' di tempo fa. Ma attuale.

Sono seduto sul treno che mi porta presso l’abitazione nella città dove studio.
E’ domenica mattina, e sono poche le persone in viaggio. Inizio a leggere il Corriere per farmi un’idea degli scontri avvenuti durante il quarantesimo anniversario di Piazza Fontata ed il primo giorno di manifestazione del controvertice ambientale a Copenaghen.
Nemmeno il tempo di finire l’articolo di seconda pagina che entrano due agenti della polizia, iniziando a passare in rassegna i documenti dei pochi passeggeri presenti.
Prima quello in fondo, poi il signore indiano seduto una fila davanti a me. Biglietto e documento.
Arriva il mio turno. Speriamo che con la scusa che sono un attivista non mi rompano per un qualsiasi motivo.
Passano oltre, senza nemmeno darmi un’occhiata.
Arrivano a due giovani africani. Uno di loro si rivela essere senza biglietto. Scende alla prossima stazione, ma prima saluta il suo compagno di viaggio: ci sentiamo presto.
Gli agenti tornano indietro, dall’indiano. Permesso di soggiorno ce l’hai? Strana domanda per un viaggiatore che ha già esibito biglietto e regolare carta d’identità.
Un poliziotto fa al suo collega: prima non mi risultava.
L’indiano li segue, dopo nemmeno due minuti torna a sedersi. Con freddezza gli augurano buon viaggio.
Passano nuovamente di fronte a me.
Anche questo giro passo inosservato. Non hanno bisogno di controllarmi biglietto e documento: sono un bianco.
Provo un grande senso di vergogna e impotenza.
Non ho più voglia leggere il giornale.


La porcherie, le Front National et nous


Photo:

HERÖES NOT ZEROES.

Come già detto in precedenza, il Front National farà una manifestazione a Saint-Denis questa domenica. Si tratta della Grande galette présidentielle, ovvero il rituale della galette de roi in una versione ancora più patriottica!
Una buona occasione per tutta l'estrema destra francese per scoprire l'ospitale popolazione di Saint-Denis: un mix bien riuscito (ok … non sempre: fino a poco tempo fa era considerata come la città più pericolosa di Francia), di multiculturalismo, tolleranza, rispetto dell'altro, solidarietà. L'incubo del Front National..
I fasci di incontreranno domenica 8 gennaio alle 15.30, al 50 dell'avenue du Président Wilson a Saint-Denis.
Se anche voi volete preparare il comitato di accoglienza, l'appuntamento è domenica alle 12 davanti al municipio di Saint-Denis (métro Basilique de St-Dpenis, linea 13), in seguito si partirà in corteo verso il Métro Porte de Paris (linea 13). E poi …
PRESIDIO: 13.30, al 50 dell'avenue du Président Wilson, Saint-Denis (A 600 metri dal metro "Porte de la Chapelle", sempre dritto dopo la péripherique o la fermata del bus 153 "Pont Hainguerlot" o la fermata del 239 "Magasins généraux").


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Comme déjà dit, le Front National va faire une manif à Saint-Denis ce dimanche. Il s'agit de la Grande galette présidentielle: c'est-à-dire le rituel de la galette de roi en version patriotique plus !
Une bonne occasion pour les réseaux d’extrême droit de découvrir les hospitaliers gents de Saint-Denis : une mélange bien réussi (ok ... pas toujours) de multiculturalisme, tolérance, respect de l’autre, solidarité. Le cauchemar de Front National.
Les fachos se rencontre dimanche 8 janvier à 15h30, 50 avenue du Président Wilson en Saint-Denis.
Si vous voulez venir à préparer l’accueil le rdv est dimanche à 12h devant à la Mairie de Saint-Denis (métro Basilique de St-Denis, ligne 13), en suite on marchera vers Métro Porte de Paris (ligne 13) autour 13h. Après …
RASSEMBLEMENT : 13H30, 50 avenue du Président Wilson, Saint-Denis (A 600 mètres du métro "Porte de la Chapelle", tout droit après le périph ou bus 153 arrêt "Pont Hainguerlot" ou bus 239 arrêt "Magasins généraux").

giovedì 5 gennaio 2012

La jeunesse emmerde ...


(bientot la traduction en français)
ANTIFA
Si ritorna nella grande città.
La Valsusa è un ricordo che presto diventerà progetto. Ma se ne riparla tra qualche mese.
La metropoli mi accoglie con lo stress da esami incarnato in studenti che hanno sacrificato anche il capodanno per prepararsi. E non parlo di situazioni borderline, studiosi dell'ultimo giorno – come molto spesso è il sottoscritto.
Ma almeno in Francia studiare è poco costoso. In Italia si parla di botte sempre più care, sempre più insostenibili. Con la crisi che morde, chi si illudeva di usare l'università come zona franca, un limbo dove attendere tempi migliori, deve ricredersi. La realtà è un incubo burocratico che – oltre a non garantire nulla una volta finito – può catapultarti nella fascia più alta se non sei in regola con le carte. E si parla di rette da migliaia di euro.
Un altro spazio che diventa inaccessibile.
Intanto, l'università francese mi accoglie con un volantino che mi invita alla manifestazione contro il Front National, il partito fascista della famiglia Le Pen: il padre, diventato ormai troppo vecchio, ha lasciato la guida nelle mani di Marine. Una donna alla testa di un partito sessista, alleato in Europa assieme a quei simpaticoni del Jobbik (le squadracce ungheresi) e Fiamma Tricolore, è stato svecchiato e ripulito dal vecchio antisemitismo. Essere anti-islamici conviene di più: sono ovunque, facilmente riconoscibili.
Sicuramente c'entra anche questo con l'idea del Front National di fare una manifestazione a Saint Denis, nel cuore di una delle periferie più multiculturali di Parigi. Un attacco ai fianchi per provare ad inserirsi anche a Parigi, città dove il FN non ha mai trovato troppo consenso. La ricchezza culturale, e non solo finanziaria, della città, lo ha resa vaccinata dalle idiozie dei Le Pen.
Però nel resto della Francia la strategia di Marine trova sempre più consenso: le fasce più deboli e impoverite sono attirate dai suoi discorsi. E in un Paese dove tra pochi mesi si vota per le presidenziali, con una sinistra allo sbando, un Partito Socialista non poi così diverso dal partito di Sarkozy (prima dello scandalo, il candidato all'Eliseo per il Ps era Dominique Strauss-Kahn, il direttore generale del FMI), le Front National porta avanti una strategia di opposizione molto dura. Solo che non è come la Lega Nord, che dopo vent'anni di governo scimmiottano le barricate in parlamento: sono seri, coerenti, niente affatto ridicoli.
Solo dannatamente. Pericolosi.