giovedì 5 gennaio 2012

La jeunesse emmerde ...


(bientot la traduction en français)
ANTIFA
Si ritorna nella grande città.
La Valsusa è un ricordo che presto diventerà progetto. Ma se ne riparla tra qualche mese.
La metropoli mi accoglie con lo stress da esami incarnato in studenti che hanno sacrificato anche il capodanno per prepararsi. E non parlo di situazioni borderline, studiosi dell'ultimo giorno – come molto spesso è il sottoscritto.
Ma almeno in Francia studiare è poco costoso. In Italia si parla di botte sempre più care, sempre più insostenibili. Con la crisi che morde, chi si illudeva di usare l'università come zona franca, un limbo dove attendere tempi migliori, deve ricredersi. La realtà è un incubo burocratico che – oltre a non garantire nulla una volta finito – può catapultarti nella fascia più alta se non sei in regola con le carte. E si parla di rette da migliaia di euro.
Un altro spazio che diventa inaccessibile.
Intanto, l'università francese mi accoglie con un volantino che mi invita alla manifestazione contro il Front National, il partito fascista della famiglia Le Pen: il padre, diventato ormai troppo vecchio, ha lasciato la guida nelle mani di Marine. Una donna alla testa di un partito sessista, alleato in Europa assieme a quei simpaticoni del Jobbik (le squadracce ungheresi) e Fiamma Tricolore, è stato svecchiato e ripulito dal vecchio antisemitismo. Essere anti-islamici conviene di più: sono ovunque, facilmente riconoscibili.
Sicuramente c'entra anche questo con l'idea del Front National di fare una manifestazione a Saint Denis, nel cuore di una delle periferie più multiculturali di Parigi. Un attacco ai fianchi per provare ad inserirsi anche a Parigi, città dove il FN non ha mai trovato troppo consenso. La ricchezza culturale, e non solo finanziaria, della città, lo ha resa vaccinata dalle idiozie dei Le Pen.
Però nel resto della Francia la strategia di Marine trova sempre più consenso: le fasce più deboli e impoverite sono attirate dai suoi discorsi. E in un Paese dove tra pochi mesi si vota per le presidenziali, con una sinistra allo sbando, un Partito Socialista non poi così diverso dal partito di Sarkozy (prima dello scandalo, il candidato all'Eliseo per il Ps era Dominique Strauss-Kahn, il direttore generale del FMI), le Front National porta avanti una strategia di opposizione molto dura. Solo che non è come la Lega Nord, che dopo vent'anni di governo scimmiottano le barricate in parlamento: sono seri, coerenti, niente affatto ridicoli.
Solo dannatamente. Pericolosi.

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